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Proclamati i vincitori del premio per i migliori progetti degli insegnanti italiani

Fonte: Rai News
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Istituito da United Network, in partnership con Repubblica@Scuola e la Varkey Foundation, è stato assegnato il premio ai progetti innovativi, inclusivi e originali elaborati dagli insegnanti e portati avanti con gli allievi

Sono Mario Catalano, Maria Paola Fortuna e Giuseppe Fiamingo i tre insegnanti che hanno vinto per l’edizione 2024 il Premio “Atlante – Italian Teacher Award”, istituito da United Network, la maggiore organizzazione europea che si occupa di alta formazione, in partnership con La Repubblica e Repubblica Scuola.

Il Premio è assegnato ai progetti innovativi, inclusivi e originali elaborati dagli insegnanti e portati avanti con gli allievi. Un lavoro, quello dei docenti, spesso poco considerato, di cui Atlante riconosce il valore e il ruolo sociale, nonché le iniziative creative. Il premio, inoltre, mira a diffondere le buone prassi sviluppate all’interno delle scuole italiane.

I progetti premiati si occupano di temi vari: dall’uso creativo delle tecnologie più avanzate come la robotica all’inclusione per chi vive la problematica dell’autismo, fino alla ricerca scientifica approfondita con un salto dai banchi di scuola all’universo.

Scuola primaria:

Il vincitore, Mario Catalano, è un insegnante di tecnologia presso la scuola primaria “Giovanni Pascoli” di Erice, in provincia di Trapani. Ha vinto con il progetto “La bottega dei mondi digitali”, coinvolgendo centinaia di studenti, tra gli otto e dieci anni, in un percorso di formazione del pensiero computazionale e della creatività attraverso attività di media design e robotica educativa.

Scuola secondaria di primo grado: 

Ha vinto Maria Paola Fortuna, insegnante di sostegno presso l’Istituto “Ruggero Bonghi” di Roma. Il suo progetto “Non solo didattiCAA. La CAA per sensibilizzare all’inclusione”, riguarda l’autismo: la docente ha organizzato una serie di attività per sensibilizzare la comunità scolastica su una tematica importante come quella dell’autismo e ha permesso agli studenti di interiorizzare e fare proprio il concetto di cura verso l’altro.

Scuola Secondaria di secondo grado:

E’ stato premiato Giuseppe Fiamingo, insegnante di Liceo Scientifico “Fratelli Vianeo” di Tropea, provincia di Vibo Valentia.
Il progetto è:  “MoCRiL (Measurement of Cosmic Rays in Like) un laboratorio subacqueo per esplorare”.
Il docente ha coinvolto gli studenti nell’indagine sull’origine della radiazione ionizzante, focalizzandosi sulla verifica sperimentale della natura extraterrestre delle particelle cosmiche.

Sono state assegnate inoltre delle menzioni speciali:

A Laura Bifulco, insegnante di Microbiologia presso l’ Istituto Tecnico Tecnologico “Grazia Deledda” di Cagliari, per il progetto sugli insetti mangiaplastica “Ricercatori crescono”; la menzione speciale per la capacità di incuriosire e instillare amore per la scienza.

Mauro Longo, docente presso la scuola primaria “Don Lorenzo Milani” di Galatone, Lecce, con il progetto “Musica Maestro”: la menzione speciale è stata ricevuta per la capacità di trasmettere l’amore per la musica.

Sara Mignini, insegnante di italiano, Storia e Geografia presso l’Istituto Comprensivo “Allegretti” di Monteprandone, per il progetto “This time for Africa/this time for Humanity”. La menzione speciale va alla capacità di generare empatia e interesse verso altre culture.

Tutti i progetti presentati sono liberamente consultabili all’interno della piattaforma pubblica su Repubblica@Scuola e sul sito di Atlante (archivio progetti 2018-2022).

La giuria:

A giudicare i progetti è stata una giuria presieduta da Alessandro Fusacchia, innovatore, saggista, in passato Deputato e coordinatore del Gruppo Interparlamentare sull’Orientamento (2018-2022) e Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione (2014-2016).
Questo premio non vuole solo celebrare il valore di tutte le insegnanti e di tutti gli insegnanti, ma offrire anche uno spaccato importante del lavoro straordinario che decine e decine di migliaia di persone fanno ogni giorno per rendere la scuola il luogo della crescita, della consapevolezza, del riscatto. Nel giudicare i progetti il faro della giuria è stato l’articolo 3 della Costituzione”, ha dichiarato Fusacchia. “È stato un compito impegnativo, ma soprattutto entusiasmante, che ci ha permesso di scoprire e conoscere delle esperienze straordinarie” conclude.

Questi gli altri giurati: Piero Attanasio, Silvia Bencivelli, Lorenzo Benussi, Francesca Biglia, Andrea Colamedici, Miriam Cresta, Davide D’Atri, Lia Di Trapani, Patrizia Lombardi, Marco Martinelli, Federico Pace, Riccardo Messina, Christian Raimo, Federica Vinci e Marcella Mallen.

Atlante Italian teacher award 2024, ecco i finalisti del premio per i migliori insegnanti

Fonte: La Repubblica
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Atlante, Italian teacher award 2024, entra in questi giorni nella fase cruciale. Sono stati annunciati i sei finalisti del premio per i migliori insegnanti italiani organizzato da United Network in partnership con Repubblica@Scuola e la Varkey Foundation. Ecco i loro nomi. I tre vincitori (uno per le scuole dell’infanzia e primarie, uno per le scuole secondarie di primo grado e uno per le scuole secondarie di secondo grado) saranno proclamati venerdì 10 maggio 2024, alle ore 9, durante una cerimonia che si terrà a Roma, al Teatro Brancaccio. L’evento sarà trasmesso in streaming su Repubblica.tv.

Chi sono i vincitori di Atlante – Italian Teacher Award 2024

Scuola primaria

Mauro Longo, insegnante presso la scuola primaria Don Lorenzo Milani di Galatone, provincia di Lecce, con il progetto “Musica Maestro”. Il docente ha sviluppato e messo in atto un piano per avvicinare, o riavvicinare, gli studenti al corso musicale della scuola che rischiava la chiusura.

Mario Catalano, insegnante di tecnologia presso la scuola primaria Giovanni Pascoli di Erice, provincia di Trapani, con il progetto “La bottega dei mondi digitali”. Il docente ha coinvolto centinaia di studenti, tra gli otto e dieci anni, in un percorso di formazione del pensiero computazionale e della creatività attraverso attività di media design e robotica educativa.

Scuola secondaria di primo grado

Sara Mignini, insegnante di italiano, storia e geografia presso l’Istituto Comprensivo Allegretti di Monteprandone, provincia di Ascoli Piceno, con il progetto “This time for Africa/This time for humanity”. La docente ha coinvolto gli studenti, attraverso lavori di gruppo, nella realizzazione di materiale sull’Africa capace di empatizzare con chi viaggia e persuadere sulla necessità degli aiuti umanitari di cui ha bisogno il continente.

Maria Paola Fortuna, insegnante di sostegno presso la scuola primaria “Ruggero Bonghi” di Roma, con il progetto “Non solo didattiCAA. La CAA per sensibilizzare all’inclusione”. La docente ha organizzato una serie di attività per sensibilizzare la comunità scolastica su una tematica importante come quella dell’autismo e ha permesso agli studenti di interiorizzare e fare proprio il concetto di cura verso l’altro.

Scuola Secondaria di Secondo Grado

Laura Bifulco, insegnante di microbiologia presso l’Istituto Tecnico Tecnologico Grazia Deledda di Cagliari, con il progetto “Progetto Insetti mangiaplastica (ricercatori crescono)”. La docente ha coinvolto gli studenti in un percorso di sperimentazione per comprendere il problema mondiale delle plastiche e prendere consapevolezza dei possibili rimedi al problema.

Giuseppe Fiamingo, insegnante di Liceo Scientifico Fratelli Vianeo di Tropea, provincia di Vibo Valentia, con il progetto “MoCRiL (Measurement of Cosmic Rays in Like) un laboratorio subacqueo per esplorare”. Il docente ha coinvolto gli studenti nell’indagine sull’origine della radiazione ionizzante, focalizzandosi sulla verifica sperimentale della natura extraterrestre delle particelle cosmiche.

L’obiettivo del premio è riconoscere il valore e il ruolo sociale degli insegnanti in Italia, far conoscere il loro lavoro, spesso poco considerato, nonché le iniziative creative e originali elaborate dagli insegnanti italiani. Tutti i progetti presentati sono liberamente consultabili all’interno della piattaforma pubblica su Repubblica@Scuola e sul sito di Atlante (archivio progetti 2018-2022). Uno strumento per premiare il lavoro degli insegnanti italiani, ma anche per diffondere le buone prassi sviluppate all’interno delle scuole italiane.

A giudicare i progetti è stata una giuria presieduta da Alessandro Fusacchia, innovatore, saggista, in passato Deputato e coordinatore del Gruppo Interparlamentare sull’Orientamento (2018-2022) e Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione (2014-2016). “Questo premio non vuole solo celebrare il valore di tutte le insegnanti e di tutti gli insegnanti, ma offrire anche uno spaccato importante del lavoro straordinario che decine e decine di migliaia di persone fanno ogni giorno per rendere la scuola il luogo della crescita, della consapevolezza, del riscatto. Nel giudicare i progetti il faro della giuria è stato l’articolo 3 della Costituzione”, ha dichiarato Fusacchia. “È stato un compito impegnativo, ma soprattutto entusiasmante, che ci ha permesso di scoprire e conoscere delle esperienze straordinarie” conclude.

Questi gli altri giurati, che insieme a Fusacchia hanno giudicato il premio: Piero Attanasio, Silvia Bencivelli, Lorenzo Benussi, Francesca Biglia, Andrea Colamedici, Miriam Cresta, Davide D’Atri, Lia Di Trapani, Patrizia Lombardi, Marco Martinelli, Federico Pace, Riccardo Messina, Christian Raimo, Federica Vinci e Marcella Mallen.

Progetto internazionale

Fonte: La Nazione
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Studenti dell’Istituto Majorana-Maitani di Orvieto si distinguono a New York nel progetto Muner Model United Nations Experience Run, dimostrando competenze linguistiche e capacità argomentative di alto livello. Cinque studenti premiati per il loro impegno e determinazione.

ORVIETO – Una grande esperienza per gli studenti dell’Istituto Majorana-Maitani che hanno ottenuto importanti riconoscimenti a New York, dove hanno partecipato con successo al progetto Muner Model United Nations Experience Run. Più di quattromila giovani talenti provenienti da ogni angolo del mondo si sono riunitiper simulare un’assemblea generale delle Nazioni Unite. Ventotto studenti selezionati dalla scuola orvietana, armati di competenze linguistiche di alto livello e di una determinazione senza eguali, hanno preso parte all’iniziativa che ha messo alla prova le loro abilità, preparandoli a discutere in lingua inglese su temi di portata globale. Sotto la guida di esperti internazionali e docenti di istituzioni come Harvard, i ragazzi hanno dimostrato di essere pronti per il palcoscenico mondiale. Hanno interagito con diplomatici, incontrato personalità di spicco come Martin Luther King e ascoltato con attenzione le parole della cantante Big Mama, che ha condiviso la sua esperienza nella lotta contro le ingiustizie. Le giornate frenetiche e impegnative non hanno scoraggiato gli studenti orvietani, infatti cinque di loro hanno ricevuto la “Honorable Mention“ per l’impegno propositivo e le loro doti argomentative. La loro prestazione è stata una dichiarazione forte e chiara dell’impegno della scuola per l’eccellenza e la formazione di cittadini consapevoli e attivi.

BigMama all'Onu contro il bullismo: "Credere nei propri sogni salva"

Fonte: Il Sole 24 ore
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"Per tutta la vita mi hanno fatto credere di non essere abbastanza, anzi, mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata". A dirlo è BigMama nell'Aula dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York parlando ad una platea internazionale di 2.000 ragazzi tra i 16 e i 17 anni, nel prestigioso Palazzo di Vetro.

Una rivoluzione pacifica per la cantante iniziata con la sua musica e arrivata sul palco del Teatro Ariston dove ha portato un messaggio di uguaglianza e amore universale, denunciando bullismo, bodyshaming e ogni tipo di violenza e discriminazione. L’artista è stata scelta per intervenire, nell’ambito dell’iniziativa “Gcmun talks” dal titolo “Le arti per la cittadinanza globale” (The Arts for Global Citizenship #AGCNewYork24), organizzato da United Network, organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite.

Il tema del suo speech è stato “Crescere e Guardare al futuro“. Partendo dalla sua esperienza personale, l’artista ha portato agli studenti un intenso momento di riflessione “Credere nei propri sogni salva. È la frase del pezzo che sento più mia in assoluto” ha spiegato. “Mi hanno detto che non ce l’avrei fatta, perchè ero solo una bambina grassa. Ma io sono molto di più, e adesso ne sono finalmente consapevole”.

BigMama ha raccontato la sua infanzia e tutte le difficoltà subite: “Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Avevo paura di uscire di casa. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. Poi ho avuto la prima risposta. La rabbia. Ho iniziato ad odiare tutto. A 13 anni ha scritto il suo primo brano rap, ma ci sono voluti alcuni anni per trovare il coraggio di far sentire la sua musica, di prendere in mano la sua vita, cambiando città e studiando all’università”.

A 20 anni è stata colpita da un tumore, ma neanche questo l’ha fermata: “Una volta guarita mi sono rivalutata. Ho capito di essere bella, intelligente, forte. Ho capito di meritare. Ho capito di valere“. Un messaggio potente e sincero, per una giovanissima di talento e capace di grandissima forza morale, che è un esempio per tutti.

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BigMama all’Onu, il discorso contro body shaming e bullismo

Fonte: Luce!
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La rapper avellinese e attivista Lgbtq+, rivelazione a Sanremo con “La Rabbia non ti basta”, ha lanciato il suo messaggio di uguaglianza davanti a duemila liceali riuniti nella sede dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il programma di formazione “Gcmun talks”

Gli occhi spalancati di fronte a qualcosa che sembra troppo più grande di lei, l’atteggiamento di chi sa di essersi conquistata, centimetro dopo centimetro, quel ruolo che ora ‘indossa’ come un abito su misura di fronte ai grandi.

Alla Marianna bambina direi di credere sempre, di non avere paura, di capire le proprie emozioni senza provare vergogna. Resta come sei…”. Un’emozionatissima BigMama, pseudonimo di Marianna Mammaone, si guarda intorno quasi intimorita di trovarsi lì, in quel corridoio laterale alla maestosa sala oro e blu del Palazzo di Vetro dell’Onu dove ha appena tenuto un discorso di fronte a centinaia di persone arrivate da tutto il mondo.

Da un piccolo paese in provincia di Avellino alla sede delle Nazioni Unite a New York. Passando dalla prima partecipazione al Festival di Sanremo. Un bel salto per quella ragazzina che fin da piccola ha dovuto fare i conti in primis con se stessa e poi col giudizio degli altri, implacabile.

Mentre parla coi giornalisti sembra quasi una bambina – dopotutto ha solo 23 anni – davanti al parco giochi in cui ha sempre desiderato andare, anche se gli argomenti portati sul podio riservato di solito ai più importanti leader mondiali sono tutt’altro che divertenti.

La rapper e attivista Lgbtq+ ha portato all’Assemblea Generale Onu il suo messaggio di uguaglianza, amore universale e di denuncia di bullismo e body shaming, per il programma di formazione “Gcmun talks” voluto da United Network, una organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite. Ad ascoltarla una platea di duemila liceali arrivati da ogni angolo del pianeta.

Come in La Rabbia Non Ti Basta, il brano che BigMama ha portato in gara al 74esimo Festival di Sanremo, “credere nei propri sogni salva”. Salva da quelle emozioni distruttive come appunto la rabbia, salva dai giudizi crudeli che gli altri si sentono in diritto si esprimere. Avere una via di fuga, ritagliarsi uno spazio dove coltivare i propri desideri, piccoli o grandi che siano, salva.

“Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere”. Marianna Mammone inizia così il suo discorso in inglese, senza risparmiare passaggi che riaprono ferite profonde, dolorose. Una persona grassa, spiega, “nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile”, ha rievocato la giovane artista con i ragazzi venuti a New York per il programma di formazione.

Per la prima volta nella Grande Mela (dove però era stata vista su un maxischermo di Times Square in collaborazione con Spotify), visibilmente emozionata, la 23enne avellinese ha raccolto il testimone del podio dell’Onu dall’architetto Mario Cucinella, per ripercorrere le tappe della sua storia personale: “Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’”. Parole scandite oggi con consapevolezza, che le sono state scagliate contro troppo a lungo come pietre o lame affilate pronte a incidere sul suo corpo un nuovo segno di violenza. “Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube”.

Mammone, 24 anni il prossimo 10 marzo, oggi è una donna che zitta non ci sta più, che grida, rivendica, canta le sue battaglie: per il rispetto, per l’amore che non conosca barriere di genere o di orientamento sessuale, per l’uguaglianza di tutte, tutti e tutt*, contro chi discrimina, chi offende, chi giudica. 

Con un nuovo album, “Sangue” in uscita per la festa della donna, Marianna ha capito che BigMama per lei era “uno scudo e un’arma”. Pubblicare il nuovo progetto in una giornata così simbolica non è casuale: sarà un disco “dalle parole meno taglienti” per raggiungere più persone possibili, “Racchiuderà ogni pezzettino della mia vita”.

La rapper all’Onu ha infatti parlato dell’esperienza milanese quando si sentiva “più bella del solito ma aveva ancora paura delle persone”, poi della malattia, un linfoma di Hodgkin arrivato quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico e affrontato con 12 sessioni di chemioterapia: “È stato il periodo più buio della mia vita”, ha detto: “La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me”.

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Da Sanremo all'Onu, le parole di BigMama contro il bullismo e il body shaming al Palazzo di Vetro

Fonte: Rai News
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Dal podio delle Nazioni Unite la rapper ha lanciato il suo messaggio di amore universale e uguaglianza: "La rabbia non ti basta: solo credere nei propri sogni salva", ha detto citando la canzone del Festival

“Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata“: inizia così il discorso di BigMama nell’aula dell’Assemblea Generale dell’Onu.

La cantante rivelazione di Sanremo ha lanciato un potente messaggio di uguaglianza, amore universale e condanna del body shaming e del bullismo in tutte le sue forme, parlando a una platea di duemila liceali arrivati a New York da tutto il mondo per il programma di formazione ‘Global Citizens Model United Nations’ voluto da United Network, una organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite.

“Anni di bullismo fisico e verbale, poi i giorni bui della malattia” Come canta in La Rabbia Non Ti Basta, il brano del Festival, “credere nei propri sogni salva“, ha detto Marianna Mammone – questo è il suo nome – raccontando il suo percorso di pacificazione con se stessa.

“Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora di conoscermi. Una persona grassa nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile“, ha ricordato, ripercorrendo le tappe della sua storia personale.

“Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, Charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube”, ha concluso emozionata parlando della sua “ri-nascita” artistica” che presto sarà sancita dal suo primo album “Sangue”.

“Racchiuderà ogni pezzettino della mia vita”, ha detto Marianna che all’Onu ha ripercorso anche i giorni bui dell’esperienza milanese quando si sentiva “più bella del solito ma aveva ancora paura delle persone”. Giorni segnati della malattia, un linfoma di Hodgkin arrivato quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico e affrontato con 12 sessioni di chemioterapia.

“La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me. Perché come in La rabbia non ti basta: credere nei propri sogni salva“.

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IMUN 2024, Italian Model United Nations

Fonte: Rai Scuola
Tempo di lettura 3 min.

Dal 15 al 31 Gennaio 2024

E’partita il 15 gennaio la prima sessione del nuovo anno di Imun nel suo viaggio itinerante nelle regioni italiane, dopo il grande successo della kermesse dello scorso novembre a Roma. Sette le città coinvolte dal Nord al Sud con centinaia di studentesse e studenti delle scuole medie superiori impegnati nella simulazione dei lavori diplomatici delle Nazioni Unite.  Al centro dei lavori l’agenda Onu 2024 e loro, i “diplomatici” che per tre giorni, in inglese, proveranno a calarsi nei panni di chi siede nel Palazzo di Vetro e a formulare vere e proprie risoluzioni. Anche in questa edizione saranno i grandi temi che riguardano il nostro pianeta e chi è chiamato a governarlo: temi che ricadono sulla vita delle giovani generazioni e dunque, anche se solo per tre giorni, saranno proprio loro a toccare con mano la complessità delle questioni del mondo.  I topic di cui dovranno occuparsi, divisi in Commissioni, sono, tra gli altri, il Cyber terrorismo; l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel mercato del lavoro; la Pace e la sicurezza attraverso la cooperazione internazionale; le forme contemporanee di schiavitù; l’utilizzo delle tecnologie nucleari per la lotta al cancro.  Dopo la discussione nelle Commissioni si riunirà la plenary session, nella quale saranno votate le risoluzioni presentate, così come accade nell’Assemblea  Generale.  United Network applica il metodo didattico del Learning by Doing: un processo circolare di formazione che trasforma le conoscenze in vere e proprie competenze.

I topic

DISEC: Scenari Internazionali di Guerra Cibernetica: Terrorismo, Spionaggio e Sabotaggio Mediatico
ECOFIN: L’impatto dell’Automazione e dell’Intelligenza Artificiale sul mercato del lavoro
SOCHUM: Preservare i diritti dei Popoli Indigeni Garantendo la Protezione del Territorio e la Piena Rappresentanza
SPECPOL: Garantire la Pace e la Sicurezza attraverso la Cooperazione Internazionale tra le Forze Militari e Le Forze di Pace
LEGAL: Il Benessere e i Diritti della Nostra Fauna: Salvaguardare le Specie Animali per un Futuro più Sostenibile.
CCPCJ: Tecnologie Innovative per Migliorare il Reinserimento dei Detenuti
IAEA: Il Ruolo delle Tecnologie Nucleari nella Diagnosi e nella Lotta Contro il Cancro
IOM: Lo Sfruttamento dei Lavoratori Migranti nell’Agricoltura e nell’Edilizia: affrontare le forme contemporanee di Schiavitù a Livello Globale
UNESCO: Sotto il Livello del Mare: Proteggere il Patrimonio Culturale Sottomarino

United Network Europa è un’organizzazione no profit, avente lo stato di NGO ufficialmente associata al “Department of Global Communication” (DGC) delle Nazioni Unite e con status consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite. È membro dello “United Nations Global Compact” nonché membro fondatore dello “United Nations Global Compact Network Italia”.  È la principale organizzazione europea che sviluppa e promuove percorsi innovativi di alta formazione per i giovani, al fine di individuare e valorizzare il talento attraverso esperienze internazionali, emozionanti ed innovative. L’Organizzazione cura i suoi eventi su tutto il suolo nazionale, in Europa e negli Stati Uniti d’America, coinvolgendo circa 10.000 studenti ogni anno. Promuove, insieme al Quotidiano La Repubblica e al Gruppo GEDI, Atlante – Italian Teacher Award, Premio Nazionale Insegnanti.  I percorsi formativi sfruttano metodi didattici innovativi, finalizzati a sviluppare le competenze trasversali, le “soft skills”; più richieste nel mondo del lavoro. Tra queste, le principali sono: team working; leadership; planning; public speaking; adaptability; self-confidence; communication; problem solving, independence.

Studenti Ambasciatori Onu. Con il progetto IMUN i giovani simulano i lavori delle Nazioni Unite

Fonte: Rai News
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Il progetto ha coinvolto 1700 studenti provenienti da circa 300 scuole italiane che si sono confrontati per tre giorni sui temi di politica internazionale. Ma non finisce qui, per alcuni il viaggio continua, direzione: il Palazzo di Vetro di New York.

Comprendere i meccanismi che dominano il nostro pianeta e approcciare il mondo delle relazioni internazionali mettendosi alla prova su un palco e in lingua inglese. E’ questa l’esperienza fatta da oltre 1700 giovani studenti italiani con il progetto Imun, Italian Model United Nations, organizzato da United Network Europa, che ha concluso oggi la prima sessione del suo viaggio itinerante nelle regioni italiane.

Al Teatro Brancaccio di Roma si è svolta la chiusura dell’evento, giunto alla sua 15esima edizione: al centro dei lavori l’agenda Onu 2024 e loro, i giovani studenti “diplomatici”  che per tre giorni si sono calati nei panni di chi siede nel Palazzo di Vetro, formulando vere e proprie risoluzioni. 

Un progetto li ha coinvolti per diverse settimane sui grandi temi che riguardano il nostro pianeta: Cyber security, intelligenza artificiale, la pace, la cooperazione internazionale, le forme contemporanee di schiavitù, l’utilizzo delle tecnologie nucleari per la lotta al cancro. Obiettivo, negoziare e ottenere l’approvazione di risoluzioni che favoriscono il paese assegnato tenendo conto dell’interesse collettivo.

Ma questa sessione italiana è parte di un progetto internazionale molto più grande che si chiama Global Citizens model United Nations, che si svolge ogni anno a New York, infatti alcuni studenti italiani a marzo voleranno negli Stati Uniti per confrontarsi con altri 5mila studenti provenienti da tutto il mondo.

United Network Europa è un’organizzazione no profit, avente lo stato di NGO ufficialmente associata al “Department of Global Communication” (DGC) delle Nazioni Unite e con status consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite.

Ambasciatori per un giorno. Torna a Roma IMUN, la simulazione dei lavori dell’Onu con i giovani

Fonte: La Repubblica
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Intelligenza artificiale, il benessere degli animali, lo spionaggio e i diritti dei popoli indigeni tra i temi della nuova edizione. Venerdì la cerimonia conclusiva al Brancaccio

Spionaggio, sabotaggio mediatico, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, i diritti dei popolo indigeni, la cooperazione internazionale, il benessere animale per un futuro più sostenibile, le tecnologie più innovative per migliorare il reinserimento dei detenuti, le strategie per la lotta contro il cancro e ancora lo sfruttamento dei migranti nell’agricoltura e nell’edilizia e infine la protezione del patrimonio culturale sottomarino.

Sono questi i temi della nuova edizione dell’Imun, l’Italian model United Nations, la simulazione delle Nazioni Unite più grande del mondo che coinvolge ogni anno migliaia di studenti e studentesse da tutta Italia — Roma inclusa — che vogliono cimentarsi in un’esperienza cooperativa e di formazione sui principali argomenti della politica internazionale. Rigorosamente in inglese.

Ambasciatori per un giorno, insomma. Prima in Italia e poi, chi si distinguerà tra “junior” e “delegate”, a New York a febbraio e a marzo con circa 5mila giovani da tutto il mondo. L’iniziativa è stata lanciata da United Network Europa, organizzazione non governativa ufficialmente associata al Dipartimento per la comunicazione globale delle Nazioni Unite e membro fondatore dello United Nations Global Compact – Italia. Si occupa di didattica innovativa e coinvolge ogni anno nei suoi progetti circa 15mila studenti e studentesse italiani ed esteri, guidandoli alla scoperta del proprio talento. United Network Europa, inoltre, organizza insieme al gruppo Gedi e al quotidiano La Repubblica “Atlante – Italian teacher award”, il premio nazionale insegnanti.

Domani, 26 gennaio, si terrà al teatro Brancaccio la cerimonia conclusiva dopo alcuni giorni di confronti al Palazzetto delle Carte Geografiche. Ma il percorso è stato lungo: gli studenti e le studentesse sono stati inizialmente impegnati in una fase preparatoria, prima di passare a quella operativa di “learning by doing”, dove sono stati effettivamente chiamati a svolgere tutte le attività tipiche della diplomazia. Divisi in “commissioni”, i partecipanti si sono dovuti occupare del cyberterrorismo, dell’intelligenza artificiale nel lavoro, della pace e della sicurezza attraverso la cooperazione internazionale, delle forme contemporanee di schiavitù, dell’utilizzo delle tecnologie nucleari per la lotta al cancro. E domani, in abiti eleganti, dovranno far valere le proprie “risoluzioni”.

IMUN a Roma: in centinaia ‘ambasciatori per un giorno’ all’Onu, le simulazioni per imparare il dialogo

Fonte: ONU Italia
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ROMA, 26 GENNAIO – Si conclude oggi la nuova edizione della simulazione Italy Model United Nations  (IMUN) di Roma, organizzata in concomitanza con l’evento ‘Future We Want Model United Nations’, in collaborazione con il World Council for Youth & Diplomacy, ONG con sede a New York. La simulazione ha visto la partecipazione di centinaia di studenti provenienti da tutto il mondo. In particolare l’Italian Model United Nations è la simulazione delle Nazioni Unite più grande del mondo, all’interno della quale ciascun partecipante rappresenta un Paese membro dell’ONU, rispettandone fedelmente valori ed interessi, utilizzando le regole di procedura delle Nazioni Unite. Lo scopo è quello di confrontarsi, intervenire, mediare una posizione e cooperare per ottenere l’approvazione di documenti (le cosiddette risoluzioni) che possano favorire il Paese rappresentato.

Giunta alla sua 17/a edizione, IMUN è tra le più grandi simulazioni ONU a livello europeo e internazionale ed è riconosciuta come quella con il maggiore livello qualitativo in Italia. Ispirata alla Risoluzione ONU della Conferenza Rio+20 del 2012, rappresenta l’unica simulazione dei meccanismi di funzionamento delle Nazioni Unite incentrata su temi di attualità e in divenire nei processi di negoziazione internazionale, ovvero gli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile(SDGs) delle Nazioni Unite e l’Agenda 2030. Italy MUN offre agli studenti l’opportunità unica di lavorare come Ambasciatori di Paesi membri dell’ONU e di toccare con mano le attuali dinamiche internazionali e dare il loro contributo diretto nella risoluzione delle controversie dell’Agenda globale.
Obiettivo del lavoro di simulazione è quello di trovare delle soluzioni concrete e realistiche alle problematiche globali mediante un’intensa e produttiva attività di confronto, dibattito e negoziazione che porterà alla redazione di un documento ufficiale delle Nazioni Unite, la Risoluzione.
Attraverso l’utilizzo di metodi quali ‘role play’ e ‘learning by doing’, Italy MUN offre l’opportunità di acquisire e consolidare competenze e abilità relazionali e comunicative, tra queste: public speaking, leadership, generazione di consenso, compromesso, dibattito, cooperazione, negoziazione e persuasione.

Ambasciatori per un giorno, insomma. Prima in Italia e poi, chi si distinguerà tra junior e delegate, a New York a febbraio e a marzo con circa 5mila giovani da tutto il mondo. Il percorso è stato lungo: gli studenti e le studentesse sono stati inizialmente impegnati in una fase preparatoria, prima di passare a quella operativa di ‘learning by doing’, dove sono stati effettivamente chiamati a svolgere tutte le attività tipiche della diplomazia. Divisi in commissioni, i partecipanti si sono dovuti occupare del cyberterrorismo, dell’intelligenza artificiale nel lavoro, della pace e della sicurezza attraverso la cooperazione internazionale, delle forme contemporanee di schiavitù, dell’utilizzo delle tecnologie nucleari per la lotta al cancro.

Dall’8 febbraio inoltre, sempre a Roma, si svolgerà Change the World MUN Roma che è la perfetta replica del modello internazionale degli eventi organizzati da Associazione Diplomatici. La conferenza infatti rappresenta un banco di prova per tutti gli studenti che si apprestano ad affrontare il CWMUN NYC negli USA e, allo stesso tempo, una occasione per chi volesse sperimentare il modello formativo dei Model UN attraverso una breve permanenza nella Capitale italiana. Le edizioni precedenti hanno visto protagonisti più di 400 studenti e ogni anno il numero dei partecipanti è in forte crescita, con un sempre maggior tasso di internazionalità